Il Dog-talk: comunicazione nel rafforzare i legami

Il Dog-talk: comunicazione nel rafforzare i legami

dieta barf

Uno studio ha rivelato che i quattro zampe non solo capiscono cosa diciamo, ma che preferiscono il “dog-talk” ovvero lo stesso tono di voce melodico e affettuoso usato con i bambini. Il linguaggio rende il rapporto cane-padrone ancora più speciale.

Storie di complicità e affetto, di domande e risposte ricevute attraverso scodinzoli energici, storie di intimità e giocosità, e di legami che arrivano anche alla somiglianza fisica e di comportamenti. Se siete degli amanti dei cani, sapete che per voi sono molto più di animali domestici. E se con il vostro quattro zampe parlate e dialogate, allora continuate a farlo, perché uno studio ha evidenziato l’importanza della comunicazione nel rafforzare i legami.

 

Proprio come si parla con i bambini piccoli per fortificare il rapporto tra genitori e figli, così bisognerebbe fare con Fido.

Usando tra l’altro lo stesso tono di voce dolce, complice e pieno di amore che si usa con i bebè. Il cosiddetto “motherese”, il linguaggio della mamma, semplificato e melodico che assomiglia a un tipo di comunicazione non verbale, ma in grado di veicolare emozioni ed affettività.

I ricercatori Alex Benjamin e Katie Slocombe dell’Università di York, nel Regno Unito, hanno verificato quanto parlare con il proprio cane sia utile per rendere speciale la relazione cane-padrone e di come lo sia soprattutto per i primi. Loro con noi comunicano con il corpo, e in particolare con lo sguardo, per ricercare l’approvazione.

 

Durante lo studio dal titolo «Who’s a good boy?! Dogs prefer naturalistic dog-directed speech» pubblicato sulla rivista Animal Cognition,  i ricercatori hanno analizzato l’interazione animale-padrone facendo una serie di test con il coinvolgimento di 30 cani. Durante il primo esperimento, gli interlocutori hanno usato un «linguaggio dei cani», un tono di voce alto e melodico per parlare di argomenti dog friendly come: «Chi è il cane più bello?!», e il «linguaggio degli adulti», cioè quello normale che usiamo per comunicare tra di noi, per messaggi non inerenti agli animali, ad esempio raccontando che erano stati al cinema il giorno prima.

 

Nel secondo esperimento hanno fatto un mix tra il linguaggio usato e l’argomento veicolato. Ovvero, gli interlocutori hanno usato il «linguaggio dei cani» per parlare di cosa avevano fatto durante la giornata, e quello degli «adulti» per comunicare qualcosa inerente al cane, ad esempio: «Vieni che usciamo a fare la passeggiata!».

«Abbiamo notato che i cani adulti erano più attratti dalle persone che parlavano con un tono di voce emozionale e con contenuti connessi al loro mondo, quindi con il «linguaggio dei cani», e parlando di argomenti «dedicati a loro» – ha spiegato Alex Benjamin, uno dei ricercatori del dipartimento di psicologia dell’Università di York – mentre quando abbiamo mischiato argomenti e registri vocali, non hanno invece mostrato alcuna preferenza».

 

 

Questo vuol dire che i quattro zampe non solo capiscono quando parliamo direttamente a loro e di argomenti che li riguardano e che preferiscono essere trattati con lo stesso approccio usato per i bambini piccoli. Insomma, da adesso in avanti, quando qualcuno ci farà presente che trattiamo il nostro cane come se fosse umano, anzi «bambino», potremo rispondere che lo consiglia la scienza.

(fonte vanity fair)

Info sull'autore

BARF Italia administrator

prova