Archivio annuale Ottobre 1, 2019

I benefici della relazione cane-padrone

Se avete provato, almeno una volta, l’esperienza di convivere con un animale domestico, sapete bene di cosa stiamo parlando. 

La relazione tra cane e padrone è qualcosa di inspiegabile, unico e molto profondo. Un legame che si crea nel tempo a suon di coccole, amore e, soprattutto, fiducia reciproca.

Sono tante le storie di cani che giacciono, per settimane, sulla tomba del proprio padrone o che restano a accanto a loro fino all’ultimo momento.

Non esiste nulla di paragonabile a questa relazione, così genuina e speciale. Il rapporto può diventare talmente forte da arrivare a far sincronizzare  i cuori di cane e padrone. Studi scientifici dimostrano, infatti, che avere un cane in casa migliora la salute dei padroni  e allontana rischi e malattie gravi per il cuore.

Tra i tantissimi benefici che derivano dalla convivenza tra uomo e cane, sicuramente vale la pena distinguerne quattro, in particolare. Cominciando per esempio dalla grandissima sensibilità di questi animali  nei confronti delle persone. Sono molti gli studi che hanno dimostrato che il cane è in grado di riconoscere gli stati d’animo umani. E il suo comportamento si adatta ad essi, dimostrando comprensione e appoggio.

In secondo luogo, è dimostrato che, per il fatto di dover occuparsi della nutrizione del proprio amico a quattro zampe, i padroni tendono a migliorare le proprie abitudini alimentari.

In parole povere, il fatto di dover allevare bene il vostro cane, vi porta a mangiare meglio.

Tutto questo senza scordare i vantaggi prodotti sul piano emotivo, psicologico e sociale. Chi possiede un cane è più felice, impara a relazionarsi più spesso con gli altri ed il mondo esterno. Aumentano i contatti con le persone, la facilità nell’instaurare contatti fisici e visivi.

Infine, cosa di non poco conto, è che avere un cane insegna ad essere più responsabili. Certo, attraverso la comprensione, la pazienza ma anche il rispetto dei sentimenti altrui.

Cane e padrone, un vincolo indistruttibile

Come abbiamo già detto, l’ingrediente principale, nelle relazioni tra umani e cani, è la fiducia. Ovvero la costruzione di essa, che non sempre è immediata né facile. Il lavoro del padrone è quotidiano, costante e paziente. Soprattutto perché è più facile perdere la fiducia dell’animale che ottenerla. Una volta ottenuta, sarà eterna e indistruttibile.

Conosciamo due tipi di vincoli, che possono instaurarsi tra cane e padrone. Il vincolo fisico e quello emotivo.

Nel primo caso, parliamo di una relazione basata sulle necessità basiche dell’animale. Il cane vede il proprio padrone come colui che può sopperire alle sue esigenze più elementari. Soprattutto il cibo, bere, sentirsi comodo o venire protetto dal freddo.

Il vincolo emotivo è assai più complicato da costruire. Ma si può costruire attraverso il gioco. Dedicare tempo e attenzione al vostro cane significa non solo giocare in modo superficiale e fine a sé stesso, ma anche sfruttare il gioco come strumento di insegnamento.

Rafforzare il vincolo: carezze e contatto fisico

Occorre dare la giusta importanza al vostro cane, affinché si senta davvero importante per voi. Il contatto fisico è fondamentale per rafforzare il vincolo emotivo cane-padrone. Non parliamo solo di quantità, ma di qualità. Non vale accarezzare il vostro amico a quattro zampe mentre fate altro. Coccolarlo superficialmente mentre siete al PC, guardate un film o fate altro, mostrerà al cane una certa dose di indifferenza e mancanza di attenzione.

Molto meglio chiamare a voi il vostro animale e accarezzarlo dolcemente, rivolgendogli tutte le attenzioni e chiamandolo per nome. In questo modo, giorno dopo giorno, capirà che per voi è davvero importante. E ricambierà questo attestato di fiducia con una maggiore ubbidienza.

La connessione tra esseri umani e cani

Ma il legame nato e rafforzato tra voi e il vostro cane ha anche una natura più profonda. Biologica, per l’esattezza. L’Università giapponese di Abazu ha infatti dimostrato che esiste un particolare tipo di ormone che favorisce questo legame.

Stiamo parlando della ossitocina, meglio nota come ormone dell’amore. Entra in funzione e favorisce lo sviluppo di una relazione affettiva molto profonda. La stessa che, per esempio, può intercorrere tra padre e figlio.

Attraverso lo sguardo, cani e padroni rafforzano il loro vincolo emotivo, sulla base di un circuito neuronale in cui l’ossitocina svolge un ruolo determinante. Con il tempo, quindi, l’animale e l’uomo si sentono attratti come se richiamati da un sentimento di appartenenza e familiarità.

Amore a prima vista

Il cane è un animale sociale e la relazione che instaura con il suo padrone è uno degli aspetti più importanti della sua vita. Ecco perché la vostra relazione con lui deve essere impostata in modo consapevole e responsabile fin dal primo momento. Poco importa che sia stato trovato per strada o ereditato per caso. L’intensità del vostro rapporta inizia immediatamente. La vostra storia assieme si cementa attraverso lo sguardo. Come abbiamo visto, tramite questo senso viene attivato il processo ormonale che porta a sentire cane e padrone come figlio e padre. Un nuovo vincolo familiare che durerà per sempre. L’ossitocina può anche agire come neurotrasmettitore. Gioca un ruolo fondamentale nella creazione dei vincoli sociali quindi nel rapporto di fiducia con l’uomo. Tutti aspetti importantissimi che dovrete sempre tenere a mente per poter crescere il vostro cane nel miglior modo possibile.

Fonte : https://imieianimali.it/relazione-tra-cane-e-padrone/

Ciotola della settimana: carne e verdura

L’espressione del cucciolone in attesa la dice lunga sulla squisitezza di questa ciotola, inviata dalla nostra amica Daniela.

Per gli esseri umani, in genere, le verdure sono alimenti sani, anche in grandi quantità, ma nei cani non funziona esattamente allo stesso modo.
Le verdure fanno bene ai cani, ma i nostri “amici pelosi” non hanno bisogno di mangiarne tante: i cani hanno bisogno solo del 15% – 20% di verdure in tutta la dieta.
E’ bene dare verdure crude al cane, per non far perdere loro le migliori proprietà: in nessun caso bisogna aggiungere sale, pepe o altre spezie o ingredienti tossici per i cani.

Ciotola della settimana: manzo e finocchio

Eccoci al nostro appuntamento settimanale con le vostre ciotole più gustose.

In questa ciotola sono sapientemente mixati:

Il manzo è ricco di proteine e di amminoacidi essenziali per la crescita e per lo sviluppo della muscolatura del cane. La carne di manzo fornisce fosforo e potassio, ma anche ferro, zinco e magnesio. Nel manzo troviamo inoltre vitamine come la tiamina (B1), la riboflavina (B2), la niacina (PP), che sono indispensabili per il funzionamento di processi metabolici come l’utilizzazione degli zuccheri. 

Il finocchio è spesso usato per combattere la flatulenza e la colite: alcuni studi hanno dimostrato che il finocchio ha proprietà carminative naturali (riduce l’aria e i gas intestinali) e, per le sue proprietà antiossidanti, può ridurre il rischio di cancro.
Il finocchio è anche una grande fonte di ferro, folato, calcio, potassio, vitamina C e altri nutrienti importanti per la salute del vostro animale.

L’Olio di Cocco ha enormi proprietà benefiche, contiene acido Laurico (elemento presente nel latte materno) sostanza che lo rende un perfetto antivirale per i nostri amici a quattro zampe, regola l’intestino e combatte la presenza di alcuni parassiti come  la tenia, potenziando il sistema immunitario.

La nostra polvere di guscio d’uovo contiene la membrana dell’uovo e la Vitamina C: è indicata per la protezione articolare di cani e gatti di qualsiasi età ed è raccomandata come apporto di calcio biodisponibile nella preparazione di diete BARF e casalinghe.
La Vitamina C (STAY C), ad alta biodisponibilità, protegge le articolazioni dallo stress ossidativo: nell’animale anziano, quindi, migliora la capacità di movimento e di conseguenza la qualità di vita.

L’importanza della masticazione

La masticazione è una delle attività più importanti per il benessere psico-fisico del cane ed è un bisogno che deve essere soddisfatto, dalle prime settimane di vita in poi.

Sin dai primi giorni di vita, il cucciolo inizia a conoscere il mondo che lo circonda e a vivere le prime esperienze (mediate dall’intervento della madre attraverso l’inibizione al morso, a partire dalla quarta settimana), attraverso la bocca, che diventa il suo strumento di conoscenza, sperimentazione e apprendimento.

A partire dalla terza settimana, con l’eruzione dei primi denti, fino ai sei mesi, il cucciolo è impegnato in una lunga fase di dentizione che causa dolori e fastidi che vengono alleviati proprio dalla masticazione. Nel primo periodo di convivenza può capitare che, il proprietario, al suo rientro in casa, trovi alcuni “danni”, dovuti all’attività di rosicchiamento del cucciolo.

Come detto precedentemente, la masticazione, in quanto bisogno, è fondamentale, non solo per il cucciolo ma anche per l’adulto.

Molti cani adulti, perché non abituati sin da cuccioli, di fronte ad un osso, paradossalmente, si trovano spiazzati, non sapendo da che parte cominciare.

È dunque molto importante che il proprietario aiuti il proprio cane a sviluppare questa nuova competenza, stimolandolo nell’attività di masticazione. Ci sono diversi fattori da tenere in considerazione, però, nella scelta dell’oggetto da masticare, che devono dipendere dalle capacità del cane e dalle sue modalità dell’utilizzo della bocca.

Per concludere, dunque, sono numerosi i benefici conseguenti alla masticazione:

  • alleviare il dolore causato dalla dentizione;
  • conoscere e “gustare” il mondo;
  • liberarsi dallo stress, dall’ansia e dalla paura, impegnandosi in un attività stancante, fisicamente e mentalmente;
  • vivere un momento di gioco collaborativo con il proprio compagno umano (come potrebbe essere quello di spezzare dei lunghi rami), volto a saldare le basi di una relazione di fiducia e condivisione.

Quindi è opportuno incentivare questa tipologia di attività e indirizzarla verso target sapientemente selezionati dal proprietario, andando ad aumentare, oltre tutto, la sensazione di autoefficacia e autostima del proprio compagno a quattro zampe.

Evitiamo possibilmente di comprare al cane gli ossi di pelle di bufalo  che si trovano in commercio perché ricchi di sostanze chimiche ma offriamo al nostro amico dei prodotti naturali

IL NERVO ESSICCATO DI BUE.  Snack del tutto naturale sano ed appetibile, il procedimento di essiccazione ad aria calda a 130° elimina ogni altro sistema di conservazione chimica.

IL NERVO PIATTO DI MANZO,  un gustoso fuoripasto per cani di tutte le taglie. Molto gustoso, favorisce la masticazione e data la sua consistenza  agisce sui  denti  favorendo la pulizia del tartaro. Data la sua durezza a differenza della trippa essiccata dura molto di più.  Questo snack è del tutto naturale, è formato al 100% dal nervo della nuca essiccato in forno a 140° è  privo di coloranti o conservanti.

 TRIPPA VERDE ESSICCATA DI AGNELLO Snack naturale per cani solo trippa verde di agnello essiccata naturalmente a bassa temperatura per non perdere le qualità della trippa verde. Da utilizzare come snack, ricompensa premio, o premio educativo, ideale tra un pasto e l’altro. Mantiene l’equilibrio della flora intestinale, data la sua naturale consistenza con la masticazione aiuta a mantiene i denti puliti.

LE TRACHEE ESSICCATE DI MANZO sono una gioia da masticare, adatte a cani di tutte le taglie, ottima soluzione per l’igiene dentale e per tenere occupato il cane con un goloso passatempo. Prodotto naturale essiccato in forno non contiene additivi ne conservanti o coloranti

IL TENDINE DI ACHILLE ESSICCATO viene tagliato ad una lunghezza di 20 cm., queste dimensioni  li rendono adatti  a cani sia di piccola taglia che di taglia medio grande. La maggiore tenerezza del tendine  rispetto al nervo  lo rende adatto ugualmente per cuccioli.

Risultano più appetibili del normale nervo di manzo.

Un eccellente rimedio per l’igiene dentale del tutto naturale anche perché la loro forte consistenza aumenta la durata alla masticazione per più giorni.

LE ORECCHIE DI MAIALE ESSICCATE  rappresentano uno spuntino perfetto per tutti i cani: al contrario di molti ossi da masticare, sono uno snack facile da digerire. Composte 100 % di cartilagine naturale sono un’ottima fonte di glucosamina  e contribuiscono a mantenere puliti i denti del vostro cane. Essiccate con aria calda a 120° con contengono conservanti e spezie.

Ma per i cagnolini di piccola taglia, come si fa?

La loro bocca non è sufficientemente ampia per rosicchiare pezzi grandi, quindi, specificatamente per loro, si può ricorrere alle Trachee di Agnello Essiccate:

Le trachee di agnello essiccate sono molto più piccole di quelle di manzo

Dimensioni e consistenza le rendono ottime ed estremamente appetibili per tutti quei cani di piccola taglia che, diversamente, avrebbero difficoltà a masticare.

Ciotola della settimana “Mari e Monti”

La nostra amica Daniela ci racconta di una ciotola sfiziosa che i suoi pelosi adorano:

Gli ingredienti di questa pappa sono:

  • filetti di cernia, ottimi perché magri, ma molto nutrienti, ricchi di Omega 3 e ideali in estate, con il gran caldo, quando vogliamo nutrire bene i nostri amici pelosi, senza appesantirli.
Filetti di cernia
  • trippa verde: una vera specialità BARF, nutriente, appetibilissima, ricca di enzimi digestivi e adorata dai nostri pelosi!!!
  • verdure frullate: contrariamente a quello che si pensa, ai cani la verdura piace, specialmente d’estate, dà freschezza nella ciotola, è dolce e dissetante. I vegetali contengono dei nutrienti essenziali per il buon funzionamento dell’organismo.e sono necessari per la regolazione dell’attività intestinale e dovrebbero costituire ALMENO il 15-20% del totale del pasto. Tutte le verdure, specialmente all’inizio devono essere frullate per aiutare il nostro cane nella digestione delle fibre e poter quindi assimilare tutte le vitamine contenute. Quasi tutte le verdure per il cane si possono frullare crude, lasciando intatto tutto l’apporto vitaminico.

Buon appetito!!!

Ciotola della settimana: coniglio, pollo, ricotta e melone

Ecco un’altra gustosissima ciotola, ricevuta dalla nostra cliente Carolina:

Pappa a base di macinato di coniglio, collo di pollo, ricotta, melone, olio di cocco

Macinato di coniglio: il coniglio e’ una carne leggera magra e digeribile, il macinato e’ composto, il macinato di coniglio è composto per il 90% di carne (fra cui il 15% ossa e cartilagini) ed il 10 % di grasso ovino. Il grasso bilancia il tipo di carne estremamente magra del coniglio, notoriamente povera di grassi.  Il prodotto fornisce una  buona fonte di calcio, e cartilagine ottimo per fortificare i legamenti del cane.

Collo di pollo: il collo di pollo  e’ composto per  l’80 %  da carne magra e digeribile, per le dimensioni è adatto  a cani  di piccola taglia e gatti con allergie o intolleranti ad altre fonti proteiche. Ottimo per la pulizia dei denti e la masticazione e’ adatto a tutte le età rappresenta inoltre una fonte di calcio biodisponibile.

Olio di cocco: ha enormi proprietà benefiche, contiene acido Laurico (elemento presente nel latte materno) sostanza che lo rende un perfetto antivirale per i nostri amici a quattrozampe
Regola l’intestino, e combatte la presenza di alcuni parassiti come  la tenia, potenzia quindi il sistema immunitario.  L’aggiunta di Olio di Germe di Grano, particolarmente prezioso per il suo contenuto di vitamina E, sostanza dall’enorme potere protettivo e antiossidante.

“Generalmente imposto la dieta dei miei animali in base al loro stile di vita, alla loro età e alla stagione; cerco sempre di variare il più possibile gli alimenti che metto nella ciotola, specialmente in base al periodo dell’anno.
Questo, ad esempio, è un periodo molto caldo e i cani tendono a mangiare poco o niente: l’obiettivo, quindi, è somministrare alimenti rinfrescanti, come la ricotta che generalmente, in piccole quantità, i cani gradiscono, e il melone che è un frutto di stagione ed è molto fresco.
Uso sempre anche l’olio di cocco, il miglior integratore di acidi grassi che abbia trovato finora. E’ digeribile, appetibile e ottimo 365 giorno all’anno.
Infine, una parte di osso polposo intero (collo di pollo, collo di tacchino, schiena di pollo, ecc) cerco di non farla mancare mai perché è importante a livello di masticazione che a livello comportamentale.”

Carolina Paribelli

Scongelare la carne per il cane e per il gatto: i tempi, i metodi corretti e le perdite nutrizionali.

A cura del Dott. Valerio Guiggi

Quando si segue un’alimentazione industriale oppure un’alimentazione casalinga è molto comune congelare le grandi quantità di cibo cui abbiamo bisogno per poi scongelarle, man mano, nel corso delle settimane.

Lo scongelamento è un’operazione molto comune per chi segue alimentazioni casalinghe, a cotto o a crudo, per il proprio cane e per il proprio gatto, ma è un processo che spesso lascia molti dubbi ai proprietari.

E’ meglio uno scongelamento lento o uno scongelamento rapido?
E’ meglio tagliare la carne prima di congelarla o dopo averla scongelata?

Quali sono e quante sono le perdite nutrizionali che si hanno durante l’operazione di scongelamento?

Le perdite in scongelamento

Quando si scongela, la “paura” più frequente dei proprietari è quella che durante l’operazione ci siano delle perdite nutrizionali nel prodotto: questo è vero solo in parte, perché le perdite in scongelamento sono in realtà molto limitate.

  • Le proteine subiscono una perdita limitata relativa, più che alla proteina in sé, agli amminoacidi come, ad esempio, la taurina (fortemente idrosolubile e persa nell’acqua di scongelamento). Relativamente all’alimentazione umana è stato stimato che la carne scongelata è più digeribile perché la rottura delle sue strutture la rende più “attaccabile”. I grassi, invece, possono subire delle perdite in congelamento legate all’ossidazione, che avviene però quando il prodotto è ancora congelato, e per evitare le perdite bisogna fare attenzione che la temperatura di congelamento sia quanto più costante possibile, mentre non ci sono differenze particolari in fase di scongelamento; in generale, più il congelamento è lungo, maggiore è l’ossidazione, come abbiamo visto nell’articolo dedicato.
  • I carboidrati, presenti nella carne solo in piccola quantità (per esempio sotto forma di glicogeno), non subiscono sostanziali variazioni in scongelamento;
  • Le vitamine e i minerali, questi vengono persi per lisciviazione, cioè per il passaggio diretto nel liquido di congelamento che è conveniente buttare o meno a seconda del metodo di scongelamento utilizzato, come vedremo tra poco. Questo studio mostra come, per la Tiamina (la vitamina B1, una vitamina idrosolubile che si perde facilmente con il liquido di scongelamento) ci sia una grandissima differenza in base alla temperatura e alle fluttuazioni che si hanno nel processo di congelamento stesso. Più bassa è la temperatura, meno sono le fluttuazioni, più le vitamine si manterranno in scongelamento. Tuttavia è molto difficile stabilire quante vitamine vengano perse con il liquido di scongelamento, ma in generale meno liquido si produce, meglio è. Le vitamine, infatti, si perdono in scongelamento solo per passaggio nel liquido, non a causa della degradazione (che invece avviene durante la cottura).

Il tempo e i metodi di scongelamento

Ma quanto deve durare lo scongelamento della carne e del pesce? E’ meglio lento o veloce?

In generale non c’è una soluzione migliore, perché la risposta non dipende solo dalla qualità nutrizionale (ma anche dalla praticità, dalle necessità del proprietario, dal fatto che nella dieta siano presenti delle integrazioni), ma i metodi possono essere messi a confronto.

Da notare, però, che lo scongelamento a temperatura ambiente, in generale, non è consigliato. E’ più veloce rispetto a quello in frigo, a causa della differenza di temperatura molto più alta tra l’alimento e l’ambiente esterno, però proprio la temperatura ambiente (18-20°, in casa), è una temperatura ottimale per lo sviluppo batterico, che oltre a poter provocare proliferazione dei patogeni provoca anche la proliferazione dei batteri che alterano la carne. Sono gli stessi motivi per cui la carne cruda si conserva in frigo e non a temperatura ambiente a far sconsigliare questo metodo di scongelamento.

Lo scongelamento lento in frigorifero

Riguardo ai tempi di scongelamento, secondo le conoscenze attuali lo scongelamento lento in frigorifero, a quattro gradi, è una soluzione utile e pratica per evitare la sovracrescita batterica. Sebbene il tempo di scongelamento sia infatti più lungo rispetto allo scongelamento a temperatura ambiente o in acqua corrente, la temperatura di 4° del frigorifero, come riportato da questo studio scientifico, limita la crescita batterica perché la maggior parte dei batteri patogeni non riesce a proliferare a questa temperatura, rispetto allo scongelamento più veloce che si può fare a temperatura ambiente e che causa una crescita più veloce della carica batterica.

Con lo scongelamento lento in frigo si produce un po’ di liquido di scongelamento che, essendo ricco di amminoacidi, proteine e minerali è un ottimo terreno di coltura per i batteri, che possono anche se lentamente proliferare nelle diverse ore di scongelamento; per questo, specialmente se la parte da scongelare è in frigo da diverso tempo si consiglia, di buttare il liquido di scongelamento, in particolare se la temperatura del frigorifero è piuttosto alta. Se si decide di mantenere il liquido, bisogna anche considerare che il cane o il gatto lo può bere o meno, e se non lo beve i nutrienti rimasti nel liquido vengono, chiaramente, persi.

Per lo scongelamento in frugo è sconsigliato far scongelare nel sacchetto che la conteneva: parte dei batteri della carne si trovano infatti sulla sua superficie, e togliendolo prima dello scongelamento si eliminano in un solo colpo i batteri che sono rimasti sul sacchetto che, altrimenti, possono proliferare .

Lo scongelamento rapido in acqua calda (nel sacchetto)

Uno studio scientifico ha valutato anche lo scongelamento rapido in acqua calda (a 39 gradi per 11 minuti). L’alimento, che in questo caso era manzo, non veniva in contatto con l’acqua perché si trovava all’interno di un sacchetto sul quale l’acqua calda scorreva, scongelandolo il pochi minuti.

Sfruttando quindi solo l’effetto termico si è avuto, rispetto allo scongelamento lento in frigorifero, una perdita d’acqua minore, e un’alterazione qualitativa praticamente nulla (39 gradi sono una temperatura che non permette le alterazioni della carne tipiche della cottura, che inizia almeno da 50 gradi). Lo scongelamento è stato totale, e per piccole quantità di carne (perché la temperatura deve arrivare al cuore del prodotto congelato) scongelare in un sacchetto immerso in acqua sembra essere, al momento, la soluzione migliore per lo scongelamento in termini di qualità nutrizionale.

Considerando, però, che la quantità di carne deve essere limitata, perché se è troppa lo scongelamento rallenta molto e (tra l’altro) si consuma inutilmente molta acqua (che non è un problema nutrizionale, ma consideriamolo comunque).

Lo scongelamento in acqua (senza sacchetto)

Lo scongelamento in acqua corrente (senza sacchetto) o in acqua ferma (in una ciotola d’acqua ma anche qui senza sacchetto), invece, è abbastanza veloce da non dare il tempo materiale ai batteri di crescere ma a causa del forte contatto con l’acqua c’è una perdita di sostanze idrosolubili, per cui vitamine e minerali principalmente, maggiore rispetto a quella che si viene a creare nel liquido di cottura; per entrambi i motivi, se possibile, è da preferire quindi lo scongelamento in frigo rispetto a quello a temperatura ambiente.

Tagliare la carne prima o dopo averla scongelata?

Un’altra domanda che spesso viene posta dai proprietari in scongelamento è quella relativa al taglio della carne congelata, un’operazione fondamentale quando si acquistano grandi quantità di carne per il cane o per un gatto. Quando tagliarla per minimizzare le perdite?

La risposta dipende dal metodo che vogliamo utilizzare per lo scongelamento.

Se scegliamo lo scongelamento lento, quello in frigorifero, conviene tagliarla quando l’operazione di scongelamento è terminata, tranne per i “grandi tagli” necessari per la porzionatura (e per far entrare l’alimento fisicamente nel congelatore!).

Questo perché le perdite in scongelamento non sono omogenee: la maggior parte del liquido perso viene perso dalla parte esterna della carne, non da quella interna; per cui, più il rapporto tra superficie e volume del pezzo di carne è basso (quindi un pezzo grande), minori saranno le perdite in scongelamento, mentre più è piccolo, più saranno le perdite di liquido; una carne tagliata a dadini avrà quindi più perdite in scongelamento della stessa carne rimasta intera, fermo restando quello che abbiamo detto prima a proposito delle perdite in scongelamento.

Le perdite in scongelamento si hanno dalla superficie della carne, non dalla parte interna. Questo significa che se tagliamo la carne in piccoli pezzi (terzo cubo) la superficie sarà molto maggiore rispetto ad un unico pezzo grande (primo cubo), e ci saranno quindi più perdite.

Quando, invece, scongeliamo in acqua in modo rapido, per permettere uno scongelamento quanto più rapido possibile è meglio tagliare prima di congelare: in questo modo si creerà più liquido, ma dobbiamo considerare che:

  • Il liquido rimane tutto all’interno del contenitore;
  • Non c’è proliferazione batterica a causa della rapidità dello scongelamento;
  • Con i pezzi di carne separati tra loro il calore dell’acqua penetra più velocemente tra uno e l’altro, è da preferire questo metodo. Pezzi troppo grandi di carne impedirebbero infatti al calore di penetrare al cuore del prodotto, e rischierebbero di far rimanere troppo tempo la parte esterna esposta all’acqua che si trova ad un’ottima temperatura per la proliferazione batterica, aspettando che il centro scongeli.

E’ per questi motivi che conviene tagliare prima di congelare se abbiamo intenzione di scongelare rapidamente.

Ricongelare la carne scongelata è sicuro?

La regola generale è che, a meno di aver scongelato la carne giusto quel tanto che basta per tagliarla (per cui lo scongelamento è incompleto) sarebbe meglio non ricongelare lo scongelato.

Qualcuno lo fa, solitamente commentando con il classico “io lo faccio e non è mai successo nulla”, ma la realtà è che da punto di vista scientifico (ricordo che mi occupo di divulgazione scientifica, cioè cito quanto si trova scritto sulle fonti scientifiche, non sono opinioni personali!) c’è più di un motivo per evitare di fare questa operazione (se non scongelare quel tanto che basta per tagliare la carne congelata con il coltello, ma questo non si può considerare un vero e proprio scongelamento; parliamo, chiaramente, di uno scongelamento e di un ricongelamento completi).

I due motivi principali per evitare di scongelare per poi ricongelare sono i seguenti:

  • Il primo, più conosciuto, è legato alla proliferazione della carica batterica: durante lo scongelamento c’è un aumento dei batteri, anche se lento. Supponiamo che durante il primo ciclo di scongelamento i batteri siano decuplicati, passando da 100 a 1000 (cioè abbiano avuto una crescita piuttosto lenta); ricongelando non avremo più i 100 batteri all’inizio, ma ne avremo 1000, cioè 10 volte il numero iniziale. Questo potrebbe essere potenzialmente pericoloso (se a crescere sono dei batteri patogeni) ma, soprattutto, potrebbe creare delle alterazioni organolettiche (sapore, odore), che renderebbero quella carne sgradevole all’animale, in particolare ai gatti che sono tendenzialmente più esigenti rispetto ai cani.

La differenza della proliferazione batterica tra il primo e il secondo scongelamento.

  • Il secondo motivo è legato al fenomeno dell’accrescimento dei cristalli di ghiaccio interni alla carne, di cui abbiamo parlato nell’articolo relativo al congelamento. In particolare, ricongelando una carne già scongelata si creano cristalli di ghiaccio ancora più grandi rispetto al primo congelamento, causando così perdite di liquidi (e quindi di vitamine e minerali) ancora maggiori rispetto al primo scongelamento, nel secondo e in un eventuale terzo scongelamento dello stesso pezzo di carne. Considerando che, come abbiamo visto, con il liquido di scongelamento si perdono vitamine, minerali e amminoacidi, bisogna fare molta attenzione con questi “cicli” di congelamento e scongelamento specialmente se la dieta che si segue è a crudo e non prevede l’aggiunta di alcun integratore.

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E se ho cotto la carne scongelata, poi la posso ricongelare?

Per quanto riguarda il ricongelamento di carne scongelata che però, nel frattempo, è stata cotta, le cose sono un po’ diverse.

La cottura ha infatti azzerato la carica batterica (quindi il problema della proliferazione si risolve), e comunque ha modificato molto la struttura della carne (con anche un po’ di perdita di acqua, per cui la formazione dei cristalli tipici della carne cruda congelata si ha in misura molto minore, eliminando anche il secondo problema).

Il ricongelamento della carne scongelata e poi cotta non rappresenta quindi un problema, in generale, e anzi è un metodo utilizzato nelle diete casalinghe a cotto per evitare di cuocere la carne ogni giorno, considerando anche che nelle diete casalinghe a cotto, a causa della degradazione in cottura, è necessario un integratore specifico da aggiungere all’alimentazione.

Attenti alla Leishmaniosi, un pericolo per cani e per l’uomo.

In Estate chi ha un cane deve stare molto attento alla Leishmaniosi, malattia infettiva e contagiosa causata dal parassita Leishmania Infantum che viene trasmesso dalla puntura dei pappataci, piccoli insetti di solito più attivi da maggio a ottobre. La patologia colpisce generalmente i cani, e spesso è fatale, ma può toccare anche l’uomo.

È molto frequente nel sud Europa, con una prevalenza pari al 75%. In Italia è diffusa in Liguria, in tutte le regioni del Centro-Sud e nelle isole. Recenti indagini epidemiologiche, però, hanno evidenziato focolai anche al Nord, in aree precedentemente considerate indenni, come le zone collinari di Piemonte, Lombardia, Veneto e Emilia-Romagna.


SINTOMI
“È molto difficile capire se il cane è stato punto, per questo va protetto al massimo contro il rischio. E anche se ci accorgiamo di una puntura non è certo semplice distinguerla da quella di un altro insetto; i sintomi della malattia poi possono essere abbastanza comuni, come ad esempio inappetenza o diarrea, e il proprietario potrebbe essere tentato di considerarli passeggeri. L’occhio clinico del medico veterinario è invece già in grado di leggere questa sintomatologia in modo più preciso e di verificare l’eventuale compresenza di altri sintomi che generalmente si manifestano, come l’ingrossamento dei linfonodi. Il vero problema diagnostico è il prolungato periodo di incubazione di questa malattia”.

LA CURA 
La prevenzione è proprio la chiave per stare tranquilli, perché purtroppo i cani che si ammalano non guariscono: “La Leishmaniosi si cura, ma non guarisce. Esistono trattamenti e terapie che dipendono dalle manifestazioni della malattia e che possono arrivare a permettere al cane di sopravvivere in longevità alla malattia stessa, ma è pur sempre una compromissione del suo benessere e della sua salute: è una malattia grave, da prevenire con il massimo impegno. Stiamo parlando di una patologia invalidante, che provoca lesioni cutanee, oculari, complicanze renali. Il quadro clinico può davvero assumere una piega infausta, di fronte alla quale si può agire sulla remissione dei sintomi, sulle difese immunitarie, ma a fronte di un controllo veterinario stretto e permanente”.

In ogni caso bisogna stare attenti e cercare di seguire i consigli per fare in modo che l’animale non si ammali. “Non è uno stato di emergenza, ma di allerta sì. Ormai questa malattia che si pensava di incontrare solo nel bacino mediterraneo, ha fatto la sua comparsa persino ad altitudini impensate, fino a risalire verso il centro Europa. Il cambiamento climatico ha favorito la circolazione di vettori che trovano condizioni favorevoli anche là dove un tempo sarebbero stati ostacolati dal freddo. È quindi corretto, in un’ottica di prevenzione, preoccuparsi di prevenire la puntura del pappatacio in tutto il territorio italiano, rincarando senz’altro le protezioni antiparassitarie esterne, per esempio con il vaccino, per alzare le difese immunitarie, se si va verso Sud, in territori endemici”.

LA PREVENZIONE I padroni dei cani devono per prima cosa impegnarsi a fare tutto ciò che è possibile per non far contagiare i loro animali.

Ma è possibile la prevenzione? “Non solo si può, ma la prevenzione è l’arma più potente ed efficace. La leishmaniosi canina si può e si deve evitare , bisogna usare bene un mix di strumenti, in parte comportamentali e in parte medicinali. Per cominciare il cane non deve restare esposto all’aperto quando è buio: è bene farlo rientrare dal balcone o dal giardino e farlo dormire in una stanza con zanzariere ben fitte. La protezione antiparassitaria deve essere specificamente indicata contro la Leishmaniosi e possibilmente unire il tradizionale collarino a un prodotto spot on, da applicare sulla cute.
Utile anche spruzzare sul manto dell’animale prodotti naturali che contengano repellenti contro le zanzare…  

Il vaccino esiste e può essere consigliato dal medico veterinario, in aggiunta a quanto detto, dopo una accurata valutazione delle condizioni di rischio ambientale ed epidemiologico a cui è esposto il cane. Nessuno di questi accorgimenti deve essere messo in atto in modalità ‘fai da te’, ma sempre sotto consiglio del proprio medico veterinario”.

Inoltre, per limitare il rischio di infezione esistono anche applicazioni per i cellulari che evidenziano in tempo reale i comuni in cui è stata accertata la presenza di Leishmaniosi canina.
Scaricandole i padroni dei cani potranno controllare se la zona in cui si trovano, o che stanno per raggiungere per le vacanze, è a rischio così da poter adottare tutte le misure per la prevenzione.

Il consiglio PetFood.it

Una soluzione antiparassitaria naturale può essere EcoNeem Scudo 3, nato dalla una combinazione di 3 olii essenziali, abbinati per avere una funzione sinergica.

L’Olio puro di Neem è una sostanza nota per essere sgradita ai principali insetti e parassiti, la sua azione è completata dall’Olio di Rosmarino dal potere antisettico, disinfettante ed insetto repellente. L’Olio di mandorle dolci per un effetto tonico, lenitivo e ristrutturante del pelo.

ECO NEEM SCUDO 3

Ciotola della settimana: agnello, tacchino, cetrioli e zucchine

Pappa fresca a base di macinato di agnello, collo di tacchino e frullato di cetrioli e zucchine

Oggi vi presentiamo la pappa preparata da uno dei nostri clienti:

MACINATO DI AGNELLO: ricco di proteine ideali per lo sviluppo della muscolatura, il suo contenuto proteico la rende anche particolarmente digeribile grazie anche all’adeguato contenuto di sali minerali e vitamine, in particolare del gruppo B.
L’agnello è poi una fonte preziosa di potassio che favorisce una corretta funzionalità muscolare e cardiaca, di ferro e di altri minerali come lo zinco, minerale essenziale per la crescita dei tessuti.
Magra e poco calorica, la carne di agnello ha una proporzione particolarmente equilibrata tra proteine e grassi.

COLLO DI TACCHINO: composto per  l’80 % del suo peso da carne magra e digeribile, è adattO a cani e gatti con allergie o intolleranze ad altre fonti proteiche.
Ottimo per la pulizia dei denti e la masticazione e’ adatto a tutte le età rappresenta inoltre una fonte di calcio biodisponibile.

CETRIOLI: contengono molti minerali (calcio, fosforo, zolfo, manganese, potassio, sodio, ferro, iodio), alcune vitamine del gruppo B (tiamina, riboflavina, niacina, acido folico), vitamina C, E, K, provitamina A, azulene e acido tartarico.
Poiché hanno un alto contenuto di acqua e fibre, i cetrioli sono un ottimo bocconcino per il tuo cane, migliorano significativamente la salute del pelo e della pelle e, se il tuo cane è sovrappeso, un paio di snack con cetrioli ogni tanto sono raccomandati, in quanto i cetrioli hanno un basso contenuto di calorie, sale e zucchero.

ZUCCHINE: Le zucchine sono un’incredibile risorsa di nutrienti vitali, quali il potassio e la vitamina C, perfette per integrare e migliorare la dieta del vostro cane. Il basso tasso calorico, che conta circa 2 o 3 calorie per fetta, è un valore aggiunto non da poco!!!

Allora… BUON APPETITO

FONTE FOTO

BARF, gatti e prede intere

[Il parere di Manuela Bollati, esperta in nutrizione felina]

Resto sempre divertita da una serie di commenti che ogni tanto leggo, che forse nemmeno i bimbi farebbero. 😉
Mi chiedo, se queste persone che si preoccupano per una preda mangiata da un gatto, hanno mai visto un documentario sui predatori carnivori.
Io ho superato da bambina la fase “povera gazzella”, quando nel mondo di Quark, vedevo il leone predare e sbranare quella leggiadra creatura.
Ebbene, se la gazzella non venisse predata ed uccisa, il leone, magnifico e possente, morirebbe di fame.
Eh no! Il leone deve vivere, la predazione è necessaria e naturale.
Qui, le prede, le cacciamo noi al supermercato, sono oltretutto carni di filiera controllata per uso umano senza antibiotici con controlli HACCP, ovvero non hanno quote infettanti dei patogeni per gli umani, figurarsi per i gatti, carnivori obbligati, che hanno un ph gastrico fortemente acido che abbatte i patogeni meglio del nostro.
Sono i veterinari di Igiene degli alimenti ad effettuare i controlli, sia presso gli allevamenti, che nei macelli.
Veterinari come la Francesca Serena, che oltre a lavorare come veterinaria fi igiene degli alimenti, è anche esperta qualificata in comportamento felino e nutrizione felina a livello mondiale. 
I veterinari di base, dovrebbero conoscere il lavoro dei colleghi di igiene degli alimenti ed invece spesso, non li tengono in considerazione, dando indicazioni errate e fuorvianti, basate sul marketing del pet food e non sulla preparazione professionale medica.

Inoltre, se i patogeni delle prede, pure in Natura, fossero così pericolosi, i gatti randagi sarebbero estinti e non ci sarebbero più le colonie feline rd i gatti selvatici nei boschi.

La scorsa estate, un passerotto è entrato in casa mia, dalla cappa del camino.
Al mio rientro, ho trovato solo 3 piume di un’ala, nemmeno una goccia di sangue.
Nessuno dei gatti ha contratto alcuna patologia.

Detto ciò riassumo:
Le carni di filiera controllata per uso umano senza antibiotici con controlli HACCP si possono dare anche fresche, chi vuole per maggior tutela, può prima surgelarle, non c’è bisogno di abbattitore.

Le ossa non sono pericolose, ma devono essere:
– crude (sono le ossa cotte che scheggiano, le crude non fanno schegge)
– polpose (con carne intorno)
– intere, disarticolate (non spezzate/tagliate, i gatti sanno come affrontare la preda e pezzetti piccoli tagliati da noi, possono creare problemi)

La dieta a crudo completo Barf e prede è la più naturale, adeguata, digeribile, assimilabile che ci possa essere, inoltre, come questo bellissimo video mostra, è etologicamente molto utile, per i bisogni di predazione, sfogo, masticazione del gatto.
Il cavo orale mantiene il giusto ph acido, le ossa e le cartilagini hanno azione pulente sui denti e le gengive vengono massaggiate e stimolate.
Questo previene la formazione del tartaro.

La dieta a crudo completo Barf e prede, ben fatta, magari anche seguiti da validi specialisti in nutrizione felina e dei carnivori, esperti in nutrizione a crudo, è davvero la migliore che si possa offrire ai gatti, carnivori obbligati e predatori specializzati.

Conoscere la nutrizione felina e l’etologia felina è importante e fondamentale.
Siamo qui per parlare di sicurezza dei gatti, che comprende anche la loro salute e quindi la valida nutrizione.
Questa è il gold standard della nutrizione felina.