Archivio mensile Settembre 20, 2018

Gli animali domestici migliorano la salute dei bambini?

Molti studi suggeriscono ci sia un legame tra la salute fisica e mentale dei bambini e la presenza di un animale in famiglia. Un’analisi smentisce questa idea

 

Gli “effetti benefici” di un pet sono così evidenti? Non secondo un’analisi californiana. Fotografia Pixabay

SCOPERTE – È appena uscito quello che potrebbe in breve tempo diventare lo studio scientifico più impopolare degli ultimi anni. Secondo lo psicologo Jeremy Rand e i suoi colleghi, non c’è alcun legame tra la salute fisica e mentale dei bambini e la presenza di un animale domestico durante la loro crescita. La scoperta va contro la stragrande maggioranza della letteratura scientifica in quest’ambito, che agli animali domestici attribuisce meriti che vanno dal responsabilizzare i più piccoli e gli adolescenti fino al ridurre il rischio che si ammalino di asma, diventino obesi o sviluppino allergie. Solo pochi mesi fa, i ricercatori della Florida hanno mostrato che la presenza di un cane aiuta i bambini a gestire lo stress.

Eppure la nuova indagine pubblicata su Anthrozoos, che gli autori descrivono come la più ampia mai condotta (più di 2000 bambini con animali domestici, circa 3000 senza) ha trovato qualcosa di completamente diverso.

Impostare un esperimento nel modo migliore, in questo caso, è virtualmente impossibile, perché richiederebbe una situazione di questo tipo: monitorare dallo stesso momento e per un uguale periodo di tempo due gruppi di bambini coetanei, l’uno con animale domestico e l’altro no, per poi valutarne le condizioni di salute dopo 5, 10 o 15 anni.

Nella ricerca in questione, gli scienziati (tutti associati alla no-profit RAND, organizzazione di ricerca) si sono serviti delle analisi statistiche per valutare i due gruppi di bambini controllando anche per quei fattori che potrebbero contribuire alla salute e al benessere dei piccoli, ricadendo poi negli effetti attribuiti alla presenza di un cane o di un gatto. Fattori come nascere e crescere in una famiglia benestante, vivere in un contesto agiato e via dicendo.

“Tutti nel gruppo sono rimasti stupiti”, racconta in un comunicato Layla Parast, co-autrice del lavoro ed esperta di statistica, “ognuno di noi è cresciuto con cani e gatti. Avevamo semplicemente assunto, basandoci sulle nostre esperienze personali, che ci fosse una connessione”.

Un po’ come probabilmente fa chiunque di noi condivida la sua vita quotidiana con un amico peloso. Cani e gatti ci sono nei momenti difficili, “curano” la solitudine, riempiono le giornate e, specialmente con i primi, abbiamo instaurato un rapporto così antico e così unico nel suo genere che ci pare impensabile vederne smontati i benefici.

Eppure “non siamo riusciti a trovare evidenze che i bambini cresciuti in famiglie con cani o gatti stessero meglio in termini di salute fisica o benessere mentale”, prosegue Parast.

Dal questionario sottoposto ai partecipanti è emerso che in effetti i bambini in famiglie con animali avevano una miglior salute generale, pesavano un po’ di più e spesso facevano attività sportiva, diversamente dalle famiglie senza cani o gatti. Obbedivano di più ai genitori, che a loro volta sembravano meno preoccupati in merito al comportamento, alle abilità di apprendimento e all’emotività dei figli.

Nei bambini con animali domestici, tuttavia, era anche più elevato il numero di casi di ADD, sindrome da deficit di attenzione, o ADHD, il disturbo da deficit di attenzione/iperattività – che si stima riguardi oltre il 10% dei bambini americani, ma viene diagnosticato con maggiore efficacia laddove ci sia una buona rete tra scuola, famiglia e personale sanitario che entra in contatto diretto con i bambini.

Quando i ricercatori hanno inserito altre variabili nell’analisi (oltre a quelle menzionate prima anche guadagni familiari, lingue parlate, tipo di abitazione: casa o appartamento) l’associazione tra la presenza di animali in casa e la miglior salute dei bambini è scomparsa.

In attesa di ulteriori studi, chi di noi è rimasto deluso può consolarsi nel frattempo con lo scetticismo espresso da alcuni esperti. Tra questi c’è Frans de Waal, che sulla sua pagina Facebook scrive: “Mi riesce difficile crederci. Il campione è ampio, ma non ho letto lo studio e mi domando quali siano state le misurazioni psicologiche condotte, oltre all’età alla quale i bambini avevano un animale domestico e per quanto tempo lo hanno avuto. Molti studi arrivano a risultati contraddittori”.

In un’intervista a Medical Research, Parast conferma che “tra le limitazioni dello studio c’è il fatto che non abbiamo informazioni riguardo al tempo che l’animale ha trascorso in famiglia e sugli esiti a lungo termine della salute dei bambini […]”, aggiungendo che l’intero gruppo di ricerca è estremamente pet-friendly, e incoraggia altri scienziati a condurre ricerche che valutino gli effetti a lungo termine.

“Ovviamente le nostre scoperte non vogliono dire che gli animali domestici non portano benefici, ma che il possesso di un animale domestico non ha gli importanti effetti positivi suggeriti da altri studi. Di certo esistono molti altri benefici: gli animali portano gioia e fanno compagnia. Ci sono molte altre ragioni meravigliose per accogliere un animale domestico nella propria vita, oltre a provare a migliorare la salute dei vostri figli.

Fonte: https://oggiscienza.it/2017/08/15/cani-gatti-salute-bambini

Perdita di pelo nel cane: quali sono le cause e i rimedi

Perdita del  pelo del cane: subito ci si domanda se si tratta di problemi di alopecia, localizzati, oppure della semplice muta. Non c’è una perdita del pelo nel cane standard, ci sono cani che ne perdono molto, come i pastori tedeschi, regolarmente, tutto l’anno, e altri loro colleghi che non lo perdono neanche a pagarglielo, a peso: i barboncini.

Più che dalla razza, però, la perdita del pelo nel cane dipende molto dal clima. Ancora di più, la salute generale del cane è uno dei maggiori fattori che influenzano questo aspetto. Anche le stagioni, e il clima, sono collegati alla perdita del pelo nel cane e, se si tratta di muta “stagionale” si parla di estate e autunno, ma il pelo perso è subito sostituito da quello nuovo. Quelli che se ne vanno, sono peli vecchi o danneggiati, spesso molti cani sviluppano strati di pelo più spessi in inverno, che vengono poi perduti in primavera. Ciò soprattutto per cani che vivono anche all’esterno.

Perdita del pelo nel cane: cause

Quella detta alopecia è una delle due principali cause e coinvolge solo il mantello. La perdita del pelo nel cane in tal caso si manifesta solo in una zona circoscritta del corpo e può trattarsi dell’avvisaglia di un grave problema ormonale o dermatologico, oppure di origine psicologica ed alimentare.

 

Altre caratteristiche e altri fattori entrano in gioco quando la perdita del pelo nel cane è uniforme ed è un fenomeno assolutamente naturale. Qui si parla di muta, in teoria di primavera e d’autunno, ma per i cani che vivono nel chiuso delle case dei padroni, in ambienti climatizzati d’estate e riscaldati d’inverno, questa fase non è una fase. La muta diventa continua, la perdita del pelo nel cane non segue più al calendario.

I ritmi delle stagioni non ci sono in un appartamento illuminato e riscaldato in modo artificiale, la “muta” viene stravolta e sostituita da una rigenerazione lenta e progressiva: la perdita del pelo nel cane si verifica nell’arco di tutto l’anno e non più a scadenze precise. Non è possibile ristabilire i ritmi naturali, si può però favorire la ricrescita, puntando anche sulla bellezza del manto, grazie ad integratori di vitamine ed amminoacidi specifici.

 

Perdita del pelo nel cane: come curarla

Si può agire su vari fronti per limitare la perdita del pelo nel cane, i principali sono quello alimentare, come spesso accade anche per noi umani, per tanti problemi di salute, e quello dell’igiene.

Agendo lato “pappa”, la perdita del pelo nel cane non si guarisce ma una dieta sana, a base di carne, è la più consigliata perché risulta più digeribile e spesso con sostanze nutrienti più facili da assorbire. L’alimentazione “normale” si può anche ritoccare con dell’olio d’oliva o di semi di lino: migliorano la struttura generale del pelo.

 

Ci sono appositi integratori alimentari di omega-3 in capsule o in polvere che possono essere comprati nei negozi per animali, oppure se ne trovano in alimenti come salmone, tonno o altri pesci, e nella pelle del pesce. Stando ovviamente attenti che sia priva di lische che potrebbero scheggiarsi in gola e causare soffocamento.

Altre integrazioni utili per contrastare la perdita del pelo nel cane sono il lievito di birra in panetto, uno da dosare nel cibo ogni tre giorni, mentre l’aceto di mele e il tea tree oil non sono da infilargli nel piatto bensì da spazzolargli sul pelo, diluiti in acqua, per profumarlo, disinfettarlo e “lucidarlo”.

 

 

Un altro aspetto su cui si può agire in ambito domestico per arginare la perdita del pelo nel cane è quello della toelettatura. A partire dagli attrezzi. Le spazzole con le setole, come quasi quelle umane, sono le migliori per le razze canine a pelo corto e liscio, come molti Terriers, Carlini e Levrieri. Per i Retrievers, i Cocker Spaniel e i San Bernardo e tutti i loro colleghi a pelo medio o riccio, ci sono i cardatori, con minuscoli perni metallici fitti e corti. I pettini sono i più adatti per le razze canine col pelo lungo e il sottopelo spesso, come i Collie, i Pastori Tedeschi e i Chow Chow. In generale, i denti sono più o meno fitti a seconda della quantità di pelo e sottopelo sviluppate da ogni razza e cane.

Spazzola a parte, ma essenziale, ciascuno la sua, per la perdita del pelo nel cane è necessario imporsi di fare dei bagni regolari all’animale. Ciò incoraggia la caduta dei peli: la pelle del cane tenuta idratata, non si deve esagerare però, e in inverno, meglio asciugarlo con un phon, tenendo la temperatura fresca, e prima tamponarlo con un panno.

Fatto tutto ciò, oltre agli eventuali farmaci che il veterinario ci ha prescritto, se il pelo del cane continua a cadere, può essere affetto da una patologia non diagnosticata, come allergie cutanee, infezioni o parassiti. E’ bene osservare anche se si lecca spesso o costantemente le zampe o il muso: la perdita di pelo nel cane può essere un segno di un problema di salute più grande.

 

 

Perdita del pelo nel cane: alcune patologie correlate

 

Tra le malattie che provocano, tra i vari o unici sintomi, la perdita del pelo nel cane, c’è la dermatite per allergia alle punture delle pulci. Ne basta una di puntura e il cane che ne soffre comincia ad esser preda di crisi di leccatura e di grattatura frenetiche, talvolta fino al sangue. La perdita di pelo è spesso localizzata nelle cosce o nel fondoschiena.

C’è anche la tigna, legata allo sviluppo di un fungo microscopico nella guaina del pelo: provoca delle zone depilate di forma rotonda a livello della testa, della schiena, delle cosce, ma raramente dei pruriti. La tigna è una malattia molto contagiosa per gli altri animali ed in alcuni casi anche per l’uomo.

La rogna rossa (demodicosi), invece, è una malattia da acaro, colpisce generalmente gli animali deboli, inizia con delle depilazioni localizzate ma non provoca prurito. Numerosi parassiti cutanei sono all’origine della perdita del pelo nel cane di tipo secondario, in seguito a forti pruriti. Sempre legate alla presenza di acari anche la scabbia, che colpisce a livello delle orecchie, dei fianchi, dei gomiti e delle cosce, e la cheyletiellosi, che provoca delle pellicole e delle perdite di pelo.

Fonte: https://www.ideegreen.it

DERMOSKIN  Per la salute e la cura della cute e del  mantello

Prodotto indicato per migliorare la qualità del pelo e della cute, ottimo durante il periodo della muta. Per problemi di desquamazioni cutanee, forfora, perdita di pelo o  pelo opaco. Restituisce forza e lucentezza al mantello del vostro cane con gli Acidi Grassi Omega 3, MSM,  Biotina, Zinco, Vitamina E e Vitamina D

Antropomorfizzazione: la tendenza a trattare i nostri animali come persone

Capita sempre più spesso di vedere cani o gatti trattati letteralmente come bambini, nell’assoluta convinzione di fare loro del bene. Tutti amiamo, o dovremmo amare, il nostro amico a quattro zampe, e possiamo farlo in mille modi e in mille misure; ma è giusto trattarlo come un figlio? Non si rischia di snaturare il suo istinto e il suo essere?

Il cane per me è come un figlio!

E’ un classico. Immaginate la signora con il barboncino nella borsetta, vestitino rosa e ciuffetto colorato ben legato sulla testa. Non vi viene da pensare: povero animale!? A tutti è capitato di incontrarla quella signora, e di sentirla dire “ per me è come un figlio”. Ecco, questo è un pensiero che quasi tutti i padroni amorevoli hanno, ci si affeziona talmente tanto al proprio cane o gatto che si tende a paragonarlo ad un figlio, e non c’è nulla di male in questo, a patto di non esagerare. Ma troppo spesso si vedono atteggiamenti ossessivi, persone che dimenticano la natura del proprio animale, e si convincono che è proprio come una persona, emozioni e sentimenti, necessità e atteggiamenti.

Il risultato è che a volte si rasenta la follia. Dieta vegana per gatti. Toilettatura all’ultimo grido e centri benessere ultracostosi per cani. Pochi grassi, tapis roulant, colorazione del pelo, sedute di yoga e meditazione per il nostro animale! Beh, forse queste ultime due no, ma davvero, spesso si ha l’impressione che il cane non sia più cane; che il gatto non abbia più il diritto di essere quel meraviglioso, scontroso felino che è giusto che sia.

Da cosa dipende l’antropomorfizzazione?

L’antropomorfizzazione non è altro che eccesso di amore, spesso mescolato ad un bel po’ di egocentrismo e vanità. Ma non sempre. A volte ha radici più profonde, e più difficili da giudicare. Una persona rimasta sola, ad esempio, spesso riempe quel vuoto con un cane o con un gatto, e riversa su di lui tutto l’amore, tutta l’attenzione che avrebbe voluto dare a chi non c’è più. Altre volte si tratta di atteggiamenti compulsivi. Altre volte ancora è una convizione, una certezza assoluta e incontroversibile: il mio cane è un figlio per me, né più né meno. E per questo motivo si trascurano degli aspetti fondamentali dell’avere un animale in casa.

Primo fra tutti, un cane o un gatto non possono, o non devono, vivere quanto vive un figlio. A questo non si è mai pronti, ma razionalmente è necessario saperlo. Se ci si convince che il nostro animale è come un figlio, la sua perdita sarà ingestibilmente dolorosa e innaturale. Inoltre un gatto ha bisogno di spazio, di aria, di solitudine..oltre che di tanto amore. Un cane ha bisogno di essere nutrito e pulito com’è giusto che sia, ma non ha bisogno di un parrucchiere specializzato che lo faccia somigliare ad un cantante punk!

In Cina sta prendendo sempre più piede la moda assurda di trasformare il proprio cane in una zebra, o un leone, o un panda. Lo sapevate? Entri nel negozio con un bel maremmano bianco, ed esci che Fido si è trasformato in un leone, criniera, coda a palletta, colore e tutto il resto. E normale? Non lo è. Il nostro cane è felice di queste attenzioni? Di nuovo, non lo è.

Come vive il nostro animale l’antropomorfizzazione?

Il cane o il gatto costretto a vivere come una persona, umanizzato nei tempi, nell’alimentazione e perfino nell’aspetto fisico non può essere contento. Una serie ossessiva di attenzioni lo porterà inevitabilmente ad un livello di stress altissimo, e tenderà ad assumere atteggiamenti nevrotici e ad avere paure immotivate. Un cane che viene tosato e dipinto come una zebra percepirà l’umiliazione dell’essere stato snaturato perfino nell’aspetto fisico. Un barboncino con il tutù non può essere felice di portarlo, perchè non è Carla Fracci e non ne ha bisogno! Ha bisogno invece di sentirsi libero nei movimenti, e non costretto in abiti che non sono stati studiati per lui.

L’antropomorfizzazione è un problema oggi molto diffuso, e fin troppo dilagante. Non c’è limite all’umanizzazione degli animali oramai, e si rischia di andare ad intaccare i loro istinti, e trasformarli lentamente in qualcosa che non sono. Un gatto va amato per la sua diffidenza, per la sua indipendenza e per le lunghissime sedute di fusa e zampettate. Un cane va rispettato per i sentimenti che dimostra a modo suo, per la lealtà incondizionata e per l’amore ancestrale che nutre verso la sua famiglia; e non ha bisogno in nessun modo di essere modificato. Esattamente così, perchè gli animali vanno amati, certo, ma anche rispettati per il loro essere. Non vanno sostituiti ai figli e non vanno confusi con persone che non ci sono più. E soprattutto, sopra ogni altra cosa, non vanno considerati bambole da esporre in una borsetta Louis Vuitton.

Malassezia nel cane: sintomi, diagnosi e trattamento

FotoLa Malassezia nel cane è un lievito (fungo) che si trova in alcune zone della pelle del cane. Di solito la loro presenza non produce alcun sintomo e non desta motivo di preoccupazione. Tuttavia, in alcuni casi, Malassezia pachydermatis può propagarsi e riprodursi in grandi quantità e causare alcune malattie.

I sintomi della Malassezia nei cani

La malassezia può apparire nelle zone del collo, dita, ascelle, sacche anali, vagina o nel canale uditivo del cane.
I suoi sintomi sono:

  • Dermatite
  • Irritazione della pelle
  • Alopecia
  • Pelle squamosa
  • Arrossamento delle zone colpite
  • Prurito
  • Infezioni dell’orecchio (otite nel cane)
  • Macchie sulla pelle (iperpigmentazione) e ispessimento epidermico (nei casi cronici).

La dermatite da Malassezia può verificarsi nei cani di tutte le razze ed età, anche se alcune razze sono più inclini di altre, tra cui: Cocker Spaniel, Shih Tzu, Maltese, Pastore tedesco, Basset Hound, Barboncino, Chihuahua, Lhasa Apso.

La Malassezia nei cani è contagiosa?

La malassezia del cane non è contagiosa per le persone. Infatti, si tratta di un fungo che “approfitta” di determinate condizioni per crescere.

La dermatite da malassezia di solito si verifica nei mesi più piovosi e può durare tutto l’inverno. Qualsiasi malattia ereditaria o infettiva che indebolisce la pelle del cane e il suo sistema immunitario possono potenzialmente favorire l’infezione .

Ad esempio, i cani affetti da dermatite batterica (infezione della pelle), seborrea, allergie alla pelle, sono maggiormente a rischio. Inoltre, i livelli di sebo (olio pelle) o di cerume nelle orecchie possono portare a infezioni.

Infine, anche l’uso prolungato di alcuni farmaci, come i glucocorticoidi o antibiotici possono predisporre il vostro cane a infezioni di Malassezia.

Diagnosi di Malassezia nel cane

Il modo migliore per diagnosticare la Malassezia è sottoporre il cane ad un esame fisico e ad un esame del sangue e delle urine completi.

Ci sono anche alcuni test specifici, come la coltura del microrganismo responsabile e l’analisi citologica di un piccolo campione di tessuto cutaneo.

Trattamento della Malassezia nei cani

Il trattamento canino per l’infezione da malassezia può essere topico, orale o una combinazione di entrambi, e viene valutato in base alla gravità e alle condizioni di salute del cane.

TRATTAMENTO TOPICO
Utilizzare shampoo per rimuovere il grasso dalla pelle, dal momento che molti cani sono inclini ad avere una pelle grassa. Dopo aver sciacquato il cane dal primo shampoo, è necessario utilizzare uno shampoo antimicotico contenente clorexidinamiconazolo o ketoconazolo.

Per essere efficace, il trattamento topico deve essere ripetuto ogni 3 o 5 giorni da 2 a 12 settimane. Se l’infezione ha causato macchie sulla pelle, sarebbe opportuno usare una crema a base di miconazolo e applicarla sulla zona interessata due volte al giorno per alcune settimane.

TRATTAMENTO ORALE
Nei casi più gravi, nelle forme croniche o persistenti, viene consigliato un trattamento orale anti fungino.

Molti cani con dermatiti possono sviluppare anche un’infezione batterica della pelle (piodermite) e richiedono antibiotici per curare queste infezioni, di solito per due / quattro settimane.

I farmaci anti fungini orali tra cui ketoconazolo, itraconazolo e fluconazolo sono efficaci se somministrati per lunghi periodi.

Conclusione

La malassezia è un fungo comune che si trova in quasi tutti i cani. Le loro infezioni sono quasi sempre associate a una condizione di base, ed i sintomi includono forte prurito, quindi potrebbe essere mal diagnosticata o associata a un’allergia cutanea.

Questa malattia può essere facilmente diagnosticata e il trattamento in genere è curativo nel 98% dei casi.

E’ importantissimo  e fondamentale ,affinche’ la malattia non si manifesti di nuovo, affiancare alle cure famacologiche , una buona alimentazione naturale priva di conservanti e additivi che e’ alla base della prevenzione per qualsiasi altra malattia , ed un’integrazione  che ristabiliscano un equilibrio del sistema immunitario, solo cosi si raggiunge la piena guarigione.

Questa malattia può essere facilmente diagnosticata e il trattamento in genere è curativo nel 98% dei casi.

Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine

illustrativo e non sostituiscono il parere medico.

 

FONTE: https://www.mondopets.it