Antropomorfizzazione: la tendenza a trattare i nostri animali come persone

Antropomorfizzazione: la tendenza a trattare i nostri animali come persone

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Capita sempre più spesso di vedere cani o gatti trattati letteralmente come bambini, nell’assoluta convinzione di fare loro del bene. Tutti amiamo, o dovremmo amare, il nostro amico a quattro zampe, e possiamo farlo in mille modi e in mille misure; ma è giusto trattarlo come un figlio? Non si rischia di snaturare il suo istinto e il suo essere?

Il cane per me è come un figlio!

E’ un classico. Immaginate la signora con il barboncino nella borsetta, vestitino rosa e ciuffetto colorato ben legato sulla testa. Non vi viene da pensare: povero animale!? A tutti è capitato di incontrarla quella signora, e di sentirla dire “ per me è come un figlio”. Ecco, questo è un pensiero che quasi tutti i padroni amorevoli hanno, ci si affeziona talmente tanto al proprio cane o gatto che si tende a paragonarlo ad un figlio, e non c’è nulla di male in questo, a patto di non esagerare. Ma troppo spesso si vedono atteggiamenti ossessivi, persone che dimenticano la natura del proprio animale, e si convincono che è proprio come una persona, emozioni e sentimenti, necessità e atteggiamenti.

Il risultato è che a volte si rasenta la follia. Dieta vegana per gatti. Toilettatura all’ultimo grido e centri benessere ultracostosi per cani. Pochi grassi, tapis roulant, colorazione del pelo, sedute di yoga e meditazione per il nostro animale! Beh, forse queste ultime due no, ma davvero, spesso si ha l’impressione che il cane non sia più cane; che il gatto non abbia più il diritto di essere quel meraviglioso, scontroso felino che è giusto che sia.

Da cosa dipende l’antropomorfizzazione?

L’antropomorfizzazione non è altro che eccesso di amore, spesso mescolato ad un bel po’ di egocentrismo e vanità. Ma non sempre. A volte ha radici più profonde, e più difficili da giudicare. Una persona rimasta sola, ad esempio, spesso riempe quel vuoto con un cane o con un gatto, e riversa su di lui tutto l’amore, tutta l’attenzione che avrebbe voluto dare a chi non c’è più. Altre volte si tratta di atteggiamenti compulsivi. Altre volte ancora è una convizione, una certezza assoluta e incontroversibile: il mio cane è un figlio per me, né più né meno. E per questo motivo si trascurano degli aspetti fondamentali dell’avere un animale in casa.

Primo fra tutti, un cane o un gatto non possono, o non devono, vivere quanto vive un figlio. A questo non si è mai pronti, ma razionalmente è necessario saperlo. Se ci si convince che il nostro animale è come un figlio, la sua perdita sarà ingestibilmente dolorosa e innaturale. Inoltre un gatto ha bisogno di spazio, di aria, di solitudine..oltre che di tanto amore. Un cane ha bisogno di essere nutrito e pulito com’è giusto che sia, ma non ha bisogno di un parrucchiere specializzato che lo faccia somigliare ad un cantante punk!

In Cina sta prendendo sempre più piede la moda assurda di trasformare il proprio cane in una zebra, o un leone, o un panda. Lo sapevate? Entri nel negozio con un bel maremmano bianco, ed esci che Fido si è trasformato in un leone, criniera, coda a palletta, colore e tutto il resto. E normale? Non lo è. Il nostro cane è felice di queste attenzioni? Di nuovo, non lo è.

Come vive il nostro animale l’antropomorfizzazione?

Il cane o il gatto costretto a vivere come una persona, umanizzato nei tempi, nell’alimentazione e perfino nell’aspetto fisico non può essere contento. Una serie ossessiva di attenzioni lo porterà inevitabilmente ad un livello di stress altissimo, e tenderà ad assumere atteggiamenti nevrotici e ad avere paure immotivate. Un cane che viene tosato e dipinto come una zebra percepirà l’umiliazione dell’essere stato snaturato perfino nell’aspetto fisico. Un barboncino con il tutù non può essere felice di portarlo, perchè non è Carla Fracci e non ne ha bisogno! Ha bisogno invece di sentirsi libero nei movimenti, e non costretto in abiti che non sono stati studiati per lui.

L’antropomorfizzazione è un problema oggi molto diffuso, e fin troppo dilagante. Non c’è limite all’umanizzazione degli animali oramai, e si rischia di andare ad intaccare i loro istinti, e trasformarli lentamente in qualcosa che non sono. Un gatto va amato per la sua diffidenza, per la sua indipendenza e per le lunghissime sedute di fusa e zampettate. Un cane va rispettato per i sentimenti che dimostra a modo suo, per la lealtà incondizionata e per l’amore ancestrale che nutre verso la sua famiglia; e non ha bisogno in nessun modo di essere modificato. Esattamente così, perchè gli animali vanno amati, certo, ma anche rispettati per il loro essere. Non vanno sostituiti ai figli e non vanno confusi con persone che non ci sono più. E soprattutto, sopra ogni altra cosa, non vanno considerati bambole da esporre in una borsetta Louis Vuitton.

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